Newsletter di Settembre-Ottobre 2024
Data pubblicazione: 11 novembre 2024
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Torniamo a commentare i principali avvenimenti economici delle ultime settimane, per essere come sempre dei risparmiatori consapevoli e sereni.
Ad agosto ci eravamo lasciati prima della pausa estiva con dei dubbi sull’azionario mondiale, che iniziava a dare segni di stanchezza dopo due anni di continua crescita (da agosto 2022 ad agosto 2024 l’S&P500 ha registrato il +55%).
Ciononostante, le borse mondiali hanno proseguito nella loro rotta segnando risultati di rilievo: basti pensare che la borsa italiana ha registrato un +10% negli ultimi due mesi, tornando a toccare quota 35.000 punti (l’ultima volta era avvenuto a fine 2007).
Risultati analoghi li hanno avuti i principali indici di USA, Germania, Francia, Regno Unito e Giappone. In generale, sono tutti segnali di solidità e di fiducia nei confronti dei mercati. Nello stesso periodo si è avuto più volte il dubbio di una recessione in vista ma – ad oggi – nessun dato macroeconomico conferma tali preoccupazioni.
I più attenti avranno però notato un calo nell’ultima settimana e, volendo indagare sulle possibili cause, oltre che essere semplicemente fisiologico, per alcuni analisti è preparatorio alle elezioni americane di martedì 5 novembre, vero interrogativo dell’anno, poiché segneranno la strada per i prossimi mesi delle economie occidentali e soprattutto dello scenario geopolitico dei prossimi anni: chiunque sia il vincitore tra la Harris o Trump, in entrambi i casi ci saranno dei risvolti specifici che condizioneranno gli equilibri.
Come sappiamo, dopo il conflitto ucraino – che non accenna a placarsi – il conflitto israeliano si è espanso a macchia d’olio anche con gli stati limitrofi e, anche se finora non ha generato effetti economici, ha ampliato il divario tra occidente e resto del mondo: anche nel corso dell’ultimo incontro dei BRICS (brevemente: acronimo di “Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa”, unione di 36 economie emergenti accomunate principalmente dal sentimento anti-americano) del 22 ottobre scorso, la Russia ha spinto per rafforzare la cooperazione fra loro e tessere nuove strategie economiche per stabilire un nuovo ordine finanziario mondiale non incentrato sul dollaro. Tuttavia, la poca omogeneità degli stati membri e la presenza della Cina (fortemente dipendente dai rapporti economici instaurati con l’occidente), rallentano da sempre questo processo.
Cosa aspettarsi quindi per la fine dell’anno?
Sul fronte tassi, la FED a settembre ha ridotto i tassi di ben mezzo punto, dopo i continui rialzi registrati da marzo 2022. Anche la BCE ha ridotto i tassi nella stessa misura, dello 0,25% sia nella riunione di settembre che in quella di ottobre. Ovviamente anche questo è un fattore che fa ben sperare per i prossimi mesi: il minor costo del denaro incentiva gli investimenti sia pubblici che privati e pertanto facilita periodi di crescita.
Alla luce di questi fattori, l’elemento indispensabile per approcciare correttamente i prossimi mesi rimane sempre una corretta pianificazione finanziaria ed una strategia solida che ci permetta di sopportare con serenità le eventuali turbolenze e – come fatto finora – sfruttare gli scenari favorevoli che potranno presentarsi.
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